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OSTEOPATI, LA CONTABILITÀ SU MISURA

Hai realizzato il tuo sogno di diventare osteopata conseguendo la qualifica professionale: è il momento di metterti in proprio. Per partire con il piede giusto è importante conoscere le particolarità di questa professione, e soprattutto affidarsi al commercialista ideale. Per aprire uno studio da osteopata, infatti è necessario affrontare e risolvere subito alcune problematiche: un passaggio preliminare che consente di evitare un sacco di errori che possono rivelarsi molto costosi.

CHI È L’OSTEOPATA

Cosa fa l’osteopata? Che differenza c’è tra osteopata, fisioterapista o chiropratico? In questa sede non ci occuperemo dell’aspetto più tecnico della professione, ma ci concentreremo sul relativo inquadramento giuridico perché da ciò dipendono la scelta del regime fiscale e la comprensione delle norme applicabili.

Iniziamo col ricordare che la categoria degli osteopati ha portato avanti un’ardua battaglia parlamentare per il riconoscimento della propria professione quale attività sanitaria, ovvero per far rientrare la professione nel seno delle attività mediche e paramediche riconosciute dalla legge come degne di essere tutelate e fiscalmente agevolate. Il riconoscimento è arrivato, ma a metà (DDL 1324 il 22 dicembre 2017 e la successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale della Legge 3/2018), nel senso che è stata riconosciuta l’osteopatia come professione sanitaria, ma poi non si è dato seguito ai decreti interministeriali che permettono di usufruire delle varie agevolazioni da parte dei pazienti.

Pertanto, l’osteopata è stato riconosciuto quale professionista sanitario (ovvero un operatore che fornisce servizi di assistenza sanitaria preventiva, curativa, promozionale o riabilitativa in modo sistematico a persone, famiglie o comunità), quindi professionista fiscalmente assimilabile a medici, fisioterapisti e altre figure del settore sanitario, ma mancano i decreti interministeriali per la stesura del profilo professionale (core competence), del piano di studio per il corso di laurea (core curriculum) e la definizione dei percorsi per la valutazione dei titoli equipollenti. Ciò comporta, per ora, l’impossibilità di vedersi paragonati fiscalmente con le professioni sanitarie classiche, e pone dei problemi di concorrenza, perché i costi di un trattamento dall’osteopata sono di fatto più alti rispetto a quelli sostenuti ad esempio per un medico, un fisioterapista o uno psicologo.

OSTEOPATI, LA CONTABILITÀ SU MISURA

Cos’è un codice ATECO? È in sostanza un codice alfanumerico che identifica un’attività economica. Il sistema di controllo dell’Agenzia delle Entrate sulle attività economiche, per esigenze di standardizzazione, impone a ogni soggetto che apre la partita IVA di scegliere un codice ATECO, una classificazione Istat, che parte dai tre grandi settori di inquadramento delle attività economiche, primaria, secondaria e terziaria. Partendo dal presupposto che gli operatori economici e professionali sono fiscalmente inquadrati tra Artigiani, Commercianti e Professionisti – i commercianti sono gli operatori che acquistano beni e servizi per rivenderli ai clienti, gli artigiani sono i soggetti economici che producono beni per i clienti, i professionisti offrono la propria consulenza – è fuori dubbio che l’osteopata è classificato come professionista, colui che offre la propria consulenza ai pazienti.

L’attività dell’osteopata è collocata nel terziario, tra i servizi “Altre attività paramediche indipendenti nca” con codice 869029. È inutile che cerchi di trovare una descrizione che coincida perfettamente con il lavoro che svolgi, perché non c’è. Non è una dimenticanza ma, come si sa, la realtà supera la fantasia e l’aggiornamento dei codici è di solito di gran lunga più lento delle nuove iniziative economiche che crescono e si sviluppano negli anni. Quindi il codice sopra citato, pur non avendo una specifica formulazione che contenga la professione dell’osteopata è quello che meglio si adatta ad essa.
Una diversa scelta del codice, per esperienza, innesca una sequenza di errori da cui è difficile uscire indenni. Abbiamo seguito il caso di un osteopata che era stato assistito da un consulente non commercialista: si rivolse al nostro studio con una posizione IVA già aperta e con un codice di artigiano al posto che professionista. Abbiamo dovuto spendere molto tempo e denaro per chiudere i rapporti con tutti gli enti amministrativi erroneamente allertati (INPS, Agenzia delle Entrate, Registro delle Imprese e Camera di commercio, solo per fare alcuni esempi) e non sono mancati altrettanti sforzi per denunciare l’inizio attività agli enti corretti. Quindi è fondamentale capire quanto sia importante essere seguiti da un Commercialista Su Misura, con esperienza specifica in una professione come quella dell’osteopata.

QUALE REGIME FISCALE PER GLI OSTEOPATI

È decisivo scegliere all’inizio dell’attività il regime contabile migliore per un osteopata, cioè il modo in cui saranno versate le imposte all’Agenzia delle Entrate.

IL REGIME FORFETTARIO PER GLI OSTEOPATI

È opinione comune di molti osteopati che il regime ideale sia quello forfettario (Articolo 1, commi 54 -89 della legge n. 190 del 23 dicembre 2014  – Legge di Stabilità 2015) e, pertanto, quasi tutti lo scelgono. Si tratta di un regime agevolato che permette di versare l’IRPEF (imposta sui redditi delle persone fisiche) solo su un reddito figurativo rappresentato dal 78% dei ricavi. Pertanto se un osteopata dovesse fatturare in un anno 5.000,00 euro, verrà tassato su un reddito di 3.900,00. Le imposte su questo reddito possono essere del 5% o del 15%, a seconda  che sia una nuova attività o sia la prosecuzione di una precedentemente svolta anche in forma di dipendente. Pertanto l’importo sarà rispettivamente 195,00 euro o 585,00 euro.

Un’importantissima conseguenza della scelta di questo regime è che non si è soggetti a IVA. Ciò permette di risolvere il problema nato dall’assenza di decreti interministeriali che parifichino gli osteopati alle professioni sanitarie, cioè il problema dell’obbligo di emissione della fattura con IVA.

CONDIZIONI DEL REGIME FORFETTARIO PER GLI OSTEOPATI

Il regime forfettario per osteopata è rivolto ai professionisti che rispettano, tra gli altri, i seguenti requisiti:

  • Fatturato annuale inferiore a 65.000 euro
  • Residenza in Italia (o produzione del 70% del reddito su suolo italiano)

Rimangono, invece, esclusi dal regime di vantaggio quegli osteopati che, tra le altre condizioni:

  • Possiedono quote di partecipazione a società e/o associazioni (anche di tipo familiare)
  • Controllano S.r.l. appartenenti al medesimo settore

ESEMPI DI REGIME FORFETTARIO PER GLI OSTEOPATI

Per i forfettari riporto alcuni esempi:

Giuseppe, 34 anni, osteopata

  • Fatturato lordo: 30.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 78%): 23.400 euro
  • Imposta sostitutiva (5 / 15%): 1.170 / 3.510 euro

Tiziana, 49 anni, osteopata

  • Fatturato lordo: 25.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 78%): 19.500 euro
  • Imposta sostitutiva (5 / 15%): 975 / 2.925 euro

Michele, 40 anni, osteopata

  • Fatturato lordo: 40.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 78%): 31.200 euro
  • Imposta sostitutiva (5 / 15%): 1.560 / 4.680 euro

Oltre all’imposta sostitutiva di cui sopra, ogni lavoratore autonomo è tenuto a versare da sé i propri contributi previdenziali, secondo le modalità (aliquote, scadenze, ecc.) indicate dalla Cassa Previdenziale di riferimento.
Nel caso in oggetto, non esiste una specifica Cassa per gli osteopati (a differenza, ad esempio, dei medici, ma anche di psicologi, ingegneri, giornalisti, ecc.). Pertanto, l’osteopata fa capo alla cosiddetta Gestione Separata dell’INPS, che raccoglie tutti i professionisti senza Cassa (ad esempio, chi svolge attività considerate ‘giovani’: dal social media manager al consulente di marketing, dal wedding planner al tatuatore).

L’iscrizione alla Gestione Separata INPS – sezione liberi professionisti ha, comunque, alcuni vantaggi:

  • non dovrai versare contributi in maniera fissa sul reddito minimale, bensì soltanto a percentuale (calcolati, ovvero, in base al tuo fatturato annuale: se, per un anno, fatturi zero, non dovrai versare alcun contributo);
  • potrai dedurre interamente i tuoi contributi INPS dalla Dichiarazione dei Redditi.

L’aliquota prevista, per l’anno 2019, è pari al 25,72% sul tuo reddito imponibile.

Di conseguenza, tornando agli esempi di qui sopra:

Giuseppe, 34 anni, osteopata

  • Fatturato lordo: 30.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 78%): 23.400 euro
  • Contributi INPS: 6.018 euro

Tiziana, 49 anni, osteopata

  • Fatturato lordo: 25.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 78%): 19.500 euro
  • Contributi INPS: 5.015 euro

Michele, 40 anni, osteopata

  • Fatturato lordo: 40.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 78%): 31.200 euro
  • Contributi INPS: 8.024 euro

IL REGIME DI CONTABILITÀ SEMPLIFICATA PER GLI OSTEOPATI

L’altro regime, scarsamente utilizzato dagli osteopati, è quello della contabilità semplificata, in questo caso il reddito su cui calcolare le imposte è determinato in modo analitico, ossia deducendo i costi dai ricavi, quindi se un osteopata ha fatturato ai pazienti a fine anno 30.000,00 euro e ha sostenuto costi (auto, affitto immobile, materiale sanitario, assicurazioni, corsi di aggiornamento, ecc.) per 11.000,00 euro, avrà un reddito imponibile di 19.000,00 euro, su cui applicare le aliquote IRPEF a seconda dello scaglione. In tal caso l’IRPEF corrispondente ammonta a circa 4.530,00 euro.

La scelta tra i due regimi va ponderata con il meccanismo dell’IVA. Ne parleremo nel paragrafo “Cos’è l’IVA e in quali frangenti si deve applicare”.

QUALI COSTI COMPORTA IN TERMINI DI IMPOSTE E CONTRIBUTI

Il calcolo puntuale di convenienza su questo argomento deve essere effettuato caso per caso, giusto appunto su misura, ma do alcune indicazioni sui meccanismi dei due regimi contabili illustrati. La base su cui calcolare l’IRPEF e i contributi INPS (importi che andranno a formare la nostra pensione futura), come illustrato in precedenza, è differente: per gli osteopati forfettari ammonta al 78% dei ricavi, mentre per gli osteopati semplificati è determinata dalla differenza tra ricavi e costi.

Calcolata la base imponibile si applica l’IRPEF: nel caso dei forfettari la misura è del 5% o 15% (a seconda se si tratta di nuova iniziativa produttiva o meno), per i semplificati la misura è del 23% o altra aliquota a seconda dello scaglione d’imposta.

COME FUNZIONA L’IVA PER GLI OSTEOPATI

L’IVA è l’imposta sul valore aggiunto. È un’imposta teoricamente neutrale, infatti il professionista sostanzialmente fa l’esattore, riscuote l’imposta dal cliente e la versa allo Stato. Se per esempio la prestazione da osteopata ammonta a euro 70, aggiunta l’IVA del 22% il cliente dovrà pagare 85,40 euro e alla fine del mese o del trimestre, l’osteopata verserà allo stato 15,40 euro. Dopo aver spiegato a un professionista questo meccanismo – che in teoria non fa una piega – lui mi rispose: “Col cavolo che l’IVA è neutrale!” Pur rimanendo della mia opinione, credo sia opportuno analizzare quanto segue, per rendersi conto che in effetti anche il mio cliente aveva le sue ragioni, soprattutto considerando l’inquadramento del regime contabile forfettario. Per vari motivi, l’osteopata mio cliente era nella felice possibilità di scegliere tra il regime forfettario e quello semplificato (che comporta l’applicazione dell’IVA). Assieme abbiamo confrontato le due diverse scelte: scegliendo il forfettario il costo della sua prestazione sarebbe stato di 70,00 euro, contro gli 85,40 (70 + 22%) del professionista con regime semplificato. Ora capirete che un potenziale paziente si troverà a spendere meno con il primo professionista, rispetto al secondo, ed è palese la distorsione che l’IVA apporta alla concorrenza di mercato.  Da un certo punto di vista l’IVA non è che sia proprio neutrale.

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Per iniziare l’attività di osteopata con il piede giusto è fondamentale compiere una valutazione del volume d’affari e delle spese che si preventiva di sostenere, tra cui l’onorario del commercialista, che aiuterà a predisporre la Dichiarazione e a inoltrarla all’Agenzia delle Entrate. Un errore di impostazione può trasformarsi in una valanga di complicazioni e per questo è essenziale scegliere il commercialista giusto.

Raffaele Lombardo, il Commercialista Su Misura, assicura consulenze efficaci e mirate a un costo personalizzato (base, middle e premium) a seconda delle esigenze di ogni cliente. Senza contare la comoda piattaforma digitale dalla quale potrai visionare l’andamento dell’attività e le prossime scadenze, emettere fatture e gestire i tuoi clienti.

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