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Aprire un’impresa edile: l’idea 

Hai già esperienza nel campo dell’edilizia e ti piacerebbe fare il grande salto ed aprire un’impresa edile?
Niente paura, non è un’impresa impossibile e io ti spiegherò per filo e per segno come fare. Quindi vai avanti e continua a leggere con attenzione come riuscire ad avviare la tua impresa edile.

Da dove iniziare?

Per cominciare è opportuno stilare un business plan, devi avere le idee ben chiare su cosa vuoi fare da grande. Partendo dall’analisi di:

  1. Quello che sei capace di fare o saresti in grado di fare, individuando i settori che hanno bisogno delle tue abilità. Devi capire se vuoi costruire, fare ristrutturazioni di appartamenti, fare manutenzione per privati, aziende o condomini, ecc…
  2. Come vuoi farlo: voglio essere un piccolo appaltatore che ristruttura e fa manutenzione agli immobili? O voglio essere un edile più strutturato, in grado di gestire appalti generali?

Piccoli appaltatori per ristrutturazioni

Sono le imprese edili più comuni, rientrano nel settore delle PMI, hanno pochi impiegati e affondano le proprie radici nel lavoro artigiano. Generalmente non hanno bisogno di una sede o di un ufficio con grandi numeri di impiegati amministrativi, perché gli incarichi sono concordati con singoli clienti e possono essere gestiti da uno staff minimo.
Ramificandosi sul territorio e intrattenendo rapporti positivi con i cittadini, possono contare sul lungo periodo di una grande fiducia e di piccole attività ma regolari e costanti, che nel loro totale costituiscono comunque una buona fonte di guadagno.

Appaltatori generali

Non offrono un solo servizio (murature, idraulica, termoelettrica), ma più servizi per accontentare un parco clienti più vasto ed evadere richieste più mirate. 
Il consiglio è quello di andare a vedere “chi fa il lavoro che vorresti fare”, il modo in cui si pone sul mercato, controllando la sua presenza online. Questo è molto importante perché si possono avere un sacco di informazioni legate all’azienda.

Il mercato: qual è il settore che richiede maggiormente il tuo servizio? Tieni conto anche della territorialità: la città è ancora in evoluzione? Si costruisce tanto? Ci sono tanti edifici da ristrutturare? 
La scelta degli interlocutori: l’interlocutore potrebbe essere un architetto, un’agenzia immobiliare. Vuoi fare manutenzioni? Allora il tuo interlocutore potrebbe essere la categoria degli amministratori di condominio..
Definisci i tuoi fornitori: se non riesci a fare tutto, devi scegliere dei fornitori che siano complementari alla tua attività. 
I mezzi propri: quanto ho a disposizione di mio capitale? Quanto posso ottenere dalla banca?

A questo punto devi stabilire cosa vuoi fare e come vuoi farlo. 
Vuoi essere un piccolo appaltatore per ristrutturazioni?
Vuoi essere un appaltatore generale?
Valuta la concorrenza, analizza il mercato di riferimento, chi sono i tuoi fornitori, quali mezzi propri hai a disposizione, quantifica le idee e metti in colonna costi/ricavi, gli utili, le entrate e le uscite (pagamenti di fatture e riscossione dei lavori) per capire quanto chiedere alla banca.
Lo Studio Lombardo è a tua completa disposizione per una consulenza personalizzata. 
Sicuramente sarai in grado di fare tutto ciò, ma sono convinto che in una prima fase iniziale è meglio chiedere una consulenza ad un commercialista, che ritagli il budget sulle tue esigenze, facendo così un vero e proprio “lavoro su misura”.

Di seguito ti spiego tutti i passaggi burocratici che sei tenuto a fare. So che la burocrazia è la parte sempre più critica e lunga da gestire, per questo puoi appoggiarti ad un consulente qualificato, che ti segua e ti liberi la mente dalle “scartoffie”, in modo tale che tu possa concentrarti solo sul business.

Artigiani edili. Inquadramento fiscale e previdenziale, sconto giovani.

Abbiamo visto come sia importante avere le idee chiare, generalmente chi inizia ha un committente che gli garantisce un certo lavoro, a questo punto, per non farsi male, è fondamentale capire economicamente quanto resta, di netto, da spendere a fine anno. Nel caso in cui l’attività si affaccia sul mercato, senza avere già dei contatti, è ora chiara la necessità di costruire un business plan ben fatto.

Chi ha un committente principale: sostanzialmente, come si vedrà in seguito, una volta scelto il regime contabile migliore, il calcolo dell’utile netto spendibile, è abbastanza semplice. Vedremo il caso dell’imprenditore edile forfettario.

Per cominciare l’attività vediamo un po’ di adempimenti:

  • Se vuoi aprire la Partita IVA come imprenditori edili, sarete classificati ai fini ATECO nella seguente categoria; 43.39.01 Attività non specializzate di lavori edili (muratori), questa è l’attività più generica, che ti garantisce di svolgere tutte quelle attività edili, ove non vi siano necessità di titoli specifici.
  • Questa categoria, ti inquadra ai fini INPS come artigiani, il che comporta il pagamento dei famosi contributi fissi e variabili. I contributi fissi (che saranno la colonna portante della vostra pensione futura) sono un costo che dovrai sostenere ogni anno e che ammonta a € 3.836,16, da pagarsi in quattro rate trimestrali.
  • Vi è la possibilità, per chi inizia l’attività, senza mai averla svolta prima, neanche come dipendente, di non pagare i fissi, ma di pagare tutto in liquidazione annuale
  • CONSIGLIO: per i giovani, sicuramente è meglio non pagare i fissi, che spesso hanno una base imponibile inferiore a quanto effettivamente si guadagna, con un notevole risparmio finanziario. Per chi ha una storia contributiva consolidata e vede la pensione più vicina, il consiglio è di alimentare con i contributi fissi la propria pensione futura.
  • ATTENZIONE: Una diversa scelta del codice ATECO, per esperienza, ne fa discendere una sequenza di cause e concause errate da cui difficilmente se ne può uscire indenni. Un tuo collega, proveniente da un consulente non commercialista, che si rivolse al mio studio, aveva la posizione IVA già aperta, con un codice di professionista al posto che artigiano, abbiamo dovuto spendere molto tempo e denaro per chiudere tutti gli enti amministrativi erroneamente allertati, quali INPS, Agenzia delle Entrate, Registro delle Imprese e Camera di commercio, solo per fare alcuni esempi e poi altrettanti sforzi per denunciare l’inizio attività agli enti corretti. Quindi capisci quanto sia importante essere seguiti da un Commercialista su misura, con esperienza specifica sulla vostra professione.

Quale regime fiscale utilizzare

  • L’artigiano edile che inizia l’attività, ha la possibilità di scegliere, a determinate condizioni, il regime contabile che preferisce.
  • Il regime contabile è una specie di contratto che si fa con l’Agenzia delle Entrate, per determinare come saranno versate le imposte nel futuro dell’attività.
  • E’ opinione comune di molti artigiani edili, che il meglio sia il regime contabile forfettario (Articolo 1, commi 54 -89 della legge n. 190 del 23 dicembre 2014  – Legge di Stabilità 2015) e pertanto quasi tutti lo scelgono.
  • E’ un regime agevolato che permette di versare l’IRPEF (Imposta sui Redditi delle PErsone fisiche) solo su un reddito figurativo, rappresentato dal 86% dei ricavi, pertanto se un Edile dovesse fatturare in un anno 5.000,00 euro, verrà tassato su un reddito di 4.300,00, le imposte su questo reddito possono essere del 5% o del 15%, a seconda  che sia una nuova attività o sia la prosecuzione di una precedentemente svolta anche in forma di dipendente.
  • Un’importantissima conseguenza della scelta di questo regime, è che non si è soggetti a IVA. Senza questo regime, in linea di principio dovresti emettere fattura con IVA, ma questo non è sempre vero, lo vedremo nel capitolo dell’IVA (verso la fine di questo articolo). 
  • L’altro regime, scarsamente utilizzato dagli edili, è quello della contabilità semplificata, in questo caso il reddito su cui calcolare le imposte è determinato in modo analitico, ossia deducendo i costi dai ricavi, quindi se hai fatturato ai clienti a fine anno 30.000,00 euro e hai sostenuto costi (auto, affitto immobile, materiale edile, assicurazioni, commercialista ecc.) per 11.000,00 euro, avrai un reddito imponibile di 19.000,00 euro, su cui applicare le aliquote IRPEF a seconda dello scaglione.
  • L’opzione tra i due regimi, va ponderata con il meccanismo dell’IVA (rimando per l’argomento al titolo “Cos’è l’iva e in quali frangenti si deve applicare”).
  • CONSIGLIO PERSONALE: l’inizio dell’attività è la parte più importante del tuo lavoro, per impostarla, bisogna stare molto attenti perché si intrecciano problematiche di detrazioni, deduzioni e detraibilità IVA, una consulenza da parte di un COMMERCIALISTA SU MISURA è essenziale.

Qualche esempio per i forfettari

Il calcolo puntuale di convenienza su questo argomento deve essere effettuato caso per caso, giusto appunto su misura, ma fornisco alcune indicazioni sui meccanismi dei due regimi contabili illustrati.

La base su cui calcolare l’IRPEF (imposta sui redditi delle persone fisiche) e i contributi INPS (importi che andranno a formare la nostra pensione futura), sono differenti, per gli edili forfettari ammonta al 86% dei ricavi, mentre per gli edili semplificati è determinato dalla differenza tra ricavi e costi, con un minimo fisso.

Calcolata la base imponibile si applica l’IRPEF, nel caso dei forfettari la misura del 5% o 15% (a seconda se si tratta di nuova iniziativa produttiva o meno), per i semplificati la misura è del 23% o l’altra aliquota a seconda dello scaglione d’imposta.
Per i forfettari riporto alcuni esempi:
Giuseppe, 34 anni, edile

  • Fatturato lordo: 30.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 86%): 25.800 euro
  • Imposta sostitutiva (5 / 15%): 1.292 / 3.870 euro


Tiziano, 49 anni, edile

  • Fatturato lordo: 25.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 86%): 21.500 euro
  • Imposta sostitutiva (5 / 15%): 1.075 / 3.225 euro


Michele, 40 anni, edile

  • Fatturato lordo: 40.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 86%): 34.400 euro
  • Imposta sostitutiva (5 / 15%): 1.720 / 5.160 euro

Ricordo che il regime forfettario per edile è rivolto agli imprenditori che rispettano i seguenti requisiti:

  • Fatturato annuale inferiore a 65.000 euro
  • Residenza in Italia (o produzione del 70% del reddito su suolo italiano)

Rimangono, invece, esclusi dal regime di vantaggio quegli osteopati che:

  • Possiedono quote di partecipazione a società e/o associazioni (anche di tipo familiare)
  • Controllano S.r.l. appartenenti al medesimo settore

Oltre all’imposta sostitutiva di cui sopra, ogni imprenditore edile è tenuto a versare da sé i propri contributi previdenziali, secondo le modalità (aliquote, scadenze, ecc.) indicate dalla Cassa Previdenziale di riferimento.

Nel tuo caso, la cassa di riferimento è l’INPS artigiani.L’iscrizione INPS artigiani ha delle prerogative:

  • dovrai versare contributi in maniera fissa sul reddito minimale, in modo tale da non doverli versare tutti assieme a saldo;
  • potrai dedurre interamente i tuoi contributi INPS dalla dichiarazione dei redditi.

L’aliquota prevista, per l’anno 2020, varia tra il 24% e il 25%  sul tuo reddito imponibile a seconda che superi o meno il reddito di euro 47.379,00.
Di conseguenza, tornando agli esempi di cui sopra: 24%
Giuseppe, 34 anni, edile

  • Fatturato lordo: 30.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 86%): 25.800 euro 
  • Contributi INPS: 6.192 euro

Tiziano, 49 anni, edile

  • Fatturato lordo: 25.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 86%): 21.500 euro 
  • Contributi INPS: 5.160 euro

Michele, 40 anni, edile

  • Fatturato lordo: 40.000 euro
  • Reddito imponibile (fatturato – spese = 86%): 34.400 euro
  • Contributi INPS: 8.250 euro

Cos’è l’IVA e in quali frangenti si deve applicare

L’IVA è l’imposta sul valore aggiunto, è un’imposta teoricamente neutrale, infatti il professionista sostanzialmente fa l’esattore, riscuote l’IVA dal cliente e la versa allo stato, quindi se per esempio la mia prestazione ammonta a euro 70, aggiungo l’IVA del 22% e il cliente mi darà euro 85,40, alla fine del mese o del trimestre, l’edile trattiene 70 euro e versa allo stato 15,40 euro.

Un giorno, spiegai questo meccanismo a un vostro collega, la teoria non faceva una piega, ma lui molto acutamente mi ha risposto: “col cavolo che l’IVA è neutrale” pur rimanendo della mia opinione, credo sia opportuno analizzare quanto segue, per rendersi conto che in effetti anche il mio cliente aveva le sue ragioni, soprattutto considerando l’inquadramento del regime contabile dei forfettari.

Per vari motivi ora non importanti, il tuo collega era nella felice possibilità di scegliere tra il regime forfettario e quello semplificato che comporta l’applicazione dell’IVA, così assieme abbiamo confrontato la situazione di un edile con il regime forfettario e l’altro no, questa situazione comporta che la stessa identica prestazione, poniamo di 70 euro, deve essere fatturata ad euro 85,40 (70 + 22%) contro i 70,00 del regime forfettario. Ora capirete che un potenziale cliente, si troverà a spendere meno con il secondo edile, rispetto al primo, è palese la distorsione dell’iva sulla concorrenza di mercato e pertanto, da un certo punto di vista l’IVA non è che sia proprio neutrale.

Conclusioni

Abbiamo visto insieme come sia importante stabilire cosa vuoi fare, come vuoi farlo, se vuoi essere un piccolo appaltatore per ristrutturazioni, se vuoi essere un appaltatore generale, spiare la concorrenza, analizzare il mercato di riferimento, chi sono i tuoi fornitori, quali sono i mezzi propri,  quantificando le idee e  mettendo in colonna costi e ricavi, per vedere l’utile, o entrate ed uscite (pagamenti di fatture e riscossione dei lavori) per capire quanto chiedere alla banca. 

Quindi: come aprire la Partita IVA da edile e quali spese dovrai sostenere nei primi anni di attività? Ai costi per imposte e contributi, tuttavia, occorre sommare anche l’onorario del tuo commercialista, che ti aiuterà a predisporre il business plan, la dichiarazione di inizio attività e ad inoltrarla all’Agenzia delle Entrate.

Ho illustrato come un errore di impostazione, possa trasformarsi in una valanga di complicazioni e come sia essenziale avere un commercialista su misura.

Raffaele Lombardo il commercialista su misura, offre consulenza di qualità, ad un prezzo personalizzato (base, middle e premium) a seconda delle esigenze, senza contare la comodità della piattaforma digitale, dalla quale potrai: visionare l’andamento dell’attività, le prossime scadenze, emettere fatture e gestire i tuoi clienti.

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